Compensazioni e supercompensazioni 
 
 
Una delle idee caratterizzanti della teoria individualpsicologica della personalità è il dinamismo della compensazione. Secondo questa idea ogni bambino, immerso nell’inferiorità primaria avvertita come limitante e pericolosissima per la propria esistenza, è spinto ad uscirne compensando verso un ideale di superiorità che gli promette di poter dominare la realtà e non esserne schiacciato. Questo dinamismo basso/alto costituisce il movimento fondamentale per tutti per passare dall’inferiorità alla consapevolezza delle proprie risorse e quindi di una vita percorribile. (Si rimanda per questi concetti anche alle moderne problematizzazioni del senso di autoefficacia di Bandura) 
Il fenomeno è ritenuto da Adler presente in ogni persona e ben riconoscibile in svariate situazioni personali. In particolare egli cita, per chiarezza, quelle persone che hanno un’oggettiva limitazione sensoriale, ciechi o sordi, che sviluppano gli altri sensi così intensamente da ribaltare il difetto facendolo diventare una grande opportunità. Questa reazione è riconoscibile in molti grandi atleti o in uomini di affari o di cultura e risponde a limitazioni vissute sofferentemene in età infantile e poi rovesciate da adulti con impegno straordinario e risultati anche eccezionali. 
Così un bambino, che già esistenzialmente esperisce l’inferiorità e si riconosce una limitazione in qualche settore (fisico o psicologico) della sua persona, metterà in atto processi di compensazione ancora più intensi e volti al ribaltamento di questa situazione  
 
Fino a questo momento ho presentato il bambino immerso in un senso di inferiorità naturalmente presente in tutti, considerata la fragilità del vivente su questa terra.  
La situazione si complica enormemente quando, a questa inferiorità naturale, si aggiungono anche molto presto ulteriori situazioni di disagio che vengono tradotti dal bambino in approfondimenti della sua angoscia e fragilità.  
Malattie fisiche, organi con funzionamenti deficitari, ambienti affettivamente carenti o con forti errori educativi, indifferenza, eccesso di cure e protezione, abbandoni, scarsa capacità empatica genitoriale, povertà, emarginazione sociale, confronti ripetuti perdenti, disparità di trattamento fra fratelli sono alcuni degli esempi che possono essere causa di vissuti di aggravamento di un’inadeguatezza già presente. L’opinione che il bambino si fa di sé e delle sue risorse è allora drammaticamente angosciante, si potrebbe dire di frammentazione. Egli non vale nulla, quasi non esiste, è invisibile e nullo.  
Questa situazione è definita da Adler come complesso di inferiorità. Stato mentale in cui la vita è inaffrontabile poiché non sono riconosciute da parte del piccolo risorse possibili e utilizzabili. 
Esperisce un’angoscia di inesistenza terribile che deve essere immediatamente compensata e risolta verso la superiorità che in questo caso sarà irrazionalmente elevatissima e onnipotente, irrealistica e grandiosa, inconscia e chiusa nell’egocentrica superattenzione a sé e ai propri disagi. 
Queste reazioni al dolore della disintegrazione e dell’inesistenza, per il loro carattere di irrazionale eccezionalità, vengono definite supercompensazioni.  
Esse sono sviluppate in gran parte inconsciamente, solo pochi tratti rimangono accessibili, e costituiranno l’inizio dei disagi psicologici e psicopatologici del vivere. 
Da questo momento convivranno, nella persona che li ha esperiti e reagiti, un “basso” e un “alto” estremamente distanti tra loro. Il “basso” vissuto come nullità o grave carenza personale è mantenuto consapevole e sofferto; l’ ”alto” invece rimarrà profondamente inconscio, ma comunque salvaguardia della propria capacità di attraversamento della vita. 
Ovviamente il resto dell’esistenza, in mancanza di cambiamenti strutturali, si trascinerà nell’infinito tentativo di mantenere intatta questa struttura di superiorità naturalmente e continuamente attaccata dalle varie esperienze del vivere e dai collaudi della realtà. Adler inoltre propone il concetto di “compiti vitali” che sinteticamente possono essere descritti come: 1) amore,sesso e famiglia; 2)produttività personale, lavoro; 3)relazioni con gli altri, socialità. 
La persona, che ha elaborato una struttura supercompensatoria del genere segnalato sopra, cercherà incessantemente di non entrare in situazioni di prova di qualsiasi genere che potrebbero svelare a lei stessa la finzionalità estrema della grandiosità e ripiombarla nel nulla da cui era partita la supercompensazione.  
Angosce, fobie, depressioni, attacchi di panico, inibizioni comportamentali, ossessività, fughe nella totale negazione della realtà rappresentano in questo senso gli allertamenti e gli allarmi disperati per salvaguardare una superiorità che preserva dalla disintegrazione psicologica. 
La persona, chiamata incessantemente ad affrontare i propri compiti vitali, cerca di sfuggirli o comunque li vive come collaudi disintegranti. 
 
 
 
Alfred Adler 1870-1937
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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